Quando si è convinti che agire in maniera disonesta sia lecito in virtù di un sano principio, stiamo agendo secondo degli equivoci o, ancora peggio, secondo degli alibi comodi. Sto alludendo ad una sfumatura che non deve sfuggire dal punto di vista etico, ne varrebbe il senso del bene e della coscienza come presupposto di identità personale. Se mettiamo in discussione l’obiettività e l’autenticità oggettiva di tutto ciò che è integrità morale, tutto è possibile, anche fare del male al prossimo. L’onestà è qualcosa che anticipa la legalità, se infatti un’azione legalmente possibile non è detto che sia onesta, ciò che è onesto, al contrario è per forza anche legale. L’imprescindibilità assoluta del valore etico è dunque invalicabile, anche se la parte lesa può sentirsi deligittimata dei suoi diritti e dei propri principi. Da questo presupposto inizia una logica necessaria secondo la quale forme persecutorie come lo stalking equivalgono a qualsiasi genere di ostracismo. Dove c’è danneggiamento psico fisico c’è ingiustizia. La richiesta di prove che per un giurista è logicamente necessaria, non dovrebbe escludere qualsiasi probabilità che quel dato comportamento potrebbe comportare. L’ipotesi che una condotta persecutoria subdola e pertanto non dimostrabile, possa provocare violenza o la morte della stessa vittima, è avvallata dalle cronache che imbrattano i quotidiani ininterrottamente. Forse la legge dovrebbe tenere conto della logicità di certe condotte, valutare che l’isolamento di un familiare potrebbe portarlo al suicidio. Quando una persona chiede aiuto alle autorità competenti e comprende che non esiste legge in grado di tutelarla, perchè quello che conta sono soltanto le prove, è costretta a fare appello alle proprie risorse personali, se ne ha. Diversamente è probabile che quella persona verrà ricordata come vittima di uno stupro, di un omicidio, di un abuso o di un ricovero psichiatrico. Ogni giorno migliaia di persone subiscono azioni legalmente non dimostrabili, mentre nessun intervento cautelativo è possibile se non solo quando il dado è tratto; le numerose testimonianze da parte dei sopravvissuti, rappresentano un documento per cui occorre ammettere la necessità immediata di una legge da applicare in merito all’ostracismo, che rimane una piaga sociale da trattare. In sintesi, l’ostracismo dovrebbe essere valutato come un reato proprio in riferimento alle conseguenze che comporta, al contrario questo ragionamento non solo non viene cosiderato, ma si tiene conto di una giustificazione del suo esercizio in virtù di regolamenti interni. L’ostracismo in ambito religioso è ad esempio ammesso in nome delle regole di quella data congregazione religiosa. Se ci riferiamo all’ostracismo esercitato dai testimoni di Geova, capiamo subito che viene da loro considerato indispensabile e giusto, proprio per il bene delle pecorelle smarrite. Si tratta quindi di una sorta di San Patrignano che scagiona l’utilizzo della forza in funzione della guarigione, ma se a San Patrignano si cerca di disintossicare dei tossicodipendenti, in questo secondo contesto di quale disintossicazione parliamo? La disintossicazione dalle idee proprie? Dal bisogno di leggere libri diversi da quelli indicati? Dall’esigenza di indagare altrove? Di cambiare opinione? Di compiere scelte di altra natura? Di decidere di diventare atei? Questa sarebbe la forma di disintossicazione che giustifica l’ostracismo? Se poi analizziamo coloro che nel frattempo si sono ammalati di depressione o hanno tentato il suicidio e qualche volta ci sono pure riusciti? Come risponde la coscienza a questi risultati? Se l’erano cercata? Fu il demonio a guidarli? Non si è forse liberi di scegliere tra il bene ed il male? Perchè isolare? Perchè tormentare e diffamare o mettere alla gogna chi ha scelto un’altra via? E chi stabilisce che il destino di una persona debba essere legato alle conseguenze di un’azione per la quale nessuna legge tutela le vittime? L’ostracismo nei testimoni di Geova risponde appunto a queste domande e si fa portavoce dei diritti dell’uomo da difendere attraverso l’applicazione di una proposta di legge fortemente voluta proprio da coloro che ancora sopportano le conseguenze di tale pratica. APPROFONDISCI.
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